SARNO - I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di
Salerno, agli ordini del capitano Giuseppe Ambrosone insieme a quelli della
locale Stazione carabinieri a Sarno, alla località Foce, hanno apposto i
sigilli di sequestro ai due impianti di biogas a digestione anaerobica per la
produzione di energia elettrica e calore, in corso di realizzazione su permesso
a costruire rilasciato dal Comune di Sarno a richiesta, rispettivamente, di una
società agricola del posto e di una società agricola con sede legale a Perugia.
L’attività di polizia giudiziaria, avviata anche a seguito
di numerosi esposti presentati da associazioni ambientaliste quali Italia
Nostra e Vas, eseguita dai carabinieri e che ha portato al sequestro preventivo
odierno in esecuzione al decreto del gip del Tribunale di Nocera Inferiore Paolo
Valiante, è stata direttamente coordinata dal procuratore capo Giancarlo Izzo
unitamente al sostituto procuratore Marielda Montefusco della sezione reati
ambientali della Procura Nocerina.
La Procura della Repubblica ha anche emesso informazione di
garanzia a carico dei legali rappresentanti delle società interessate per le
violazioni emerse in ordine ai reati previsti dal decreto legislativo
n.152/2006 (Codice dell’Ambiente) e dal decreto legislativo n.387/2003 (norme
relative alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche
rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità) in relazione al Testo Unico
in Materia Edilizia. Difatti i legali rappresentanti della società in questione
sono indagati per le violazioni dell’articolo 279 del Codice dell’Ambiente
relativamente alla immissione in atmosfera, in assenza di autorizzazione, delle
sostanze gassose odorigene derivanti dallo stoccaggio dei cereali all’interno delle
trincee e dei reflui zootecnici nella pre-vasca dei due impianti in località
Foce di Sarno, nonché per la violazione dell’art.12 del decreto legislativo
n.387/2003 (norme relative alla promozione dell'energia elettrica prodotta da
fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità) in
relazione all’art.44/lett. b del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico in Materia
Edilizia), circa la necessità, per la costruzione e l’esercizio degli impianti
di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, di una
autorizzazione unica rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale
delegato dalla regione.
In particolare, a seguito dei controlli eseguiti dai carabinieri
del Noe ed effettuati presso gli impianti di biogas, è emerso che era stato installato
ed attivato un deposito di 6.500 metri cubi circa di trinciato di mais,
producente emissioni in atmosfera, in assenza della prescritta autorizzazione.
Inoltre dalla conclusione degli accertamenti tecnici che ha
eseguito il geologo per conto della Procura della Repubblica, con acquisizione
documentale ed ispezione dei luoghi presso il cantiere per la realizzazione dei
due impianti a biogas, è risultato che «a fronte della realizzazione di due
impianti a biogas da digestione anaerobica per la produzione, ciascuno, di
energia elettrica e calore con potenza elettrica di 999 kWe e termica al di
sotto di 3 Mwt, per i quali risultano rilasciati due permessi di costruire dal
Comune di Samo», «appare evidente che non si tratta di due impianti di potenza
pari a 999 kWe ma, di fatto, si tratta di un solo impianto di potenza
complessiva pari a 1998 kWe e pertanto da autorizzare mediante autorizzazione
unica ai sensi dell’articolo 12 del D.Lgs 387/2003; infatti, si può facilmente
osservare che i lotti di terreno dove sono in fase di realizzazione gli
impianti sono praticamente contigui e sono stati acquistati dalle due società a
mezzo di un unico atto di vendita; inoltre gli elaborati progettuali sono stati
redatti dagli stessi professionisti (progettisti e consulenti) ed hanno la
stessa veste grafica; inoltre l’istanza di permesso di costruire al Comune di
Sarno è stata presentata contestualmente e le integrazioni sono sempre state
consegnate contestualmente ed i relativi Permessi di Costruire sono stati
rilasciati lo stesso giorno; infine la ditta esecutrice dei lavori è la
medesima».
Di conseguenza, secondo la Procura della Repubblica,
essendosi sostanzialmente realizzata in ipotesi investigativa l’artificiosa
suddivisione di un unico impianto in due impianti contigui allo scopo di
eludere la procedura per l’autorizzazione unica regionale, per la realizzazione
degli impianti doveva ritenersi applicabile al caso in esame il comma 3
dell’art.12 del decreto legislativo 387/03, secondo cui «per la costruzione e
l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da
fonti rinnovabili, vi è la necessità di una autorizzazione unica, rilasciata
dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla regione”». Il
giudice per le indagini preliminari, pertanto, accogliendo la richiesta del
pubblico ministero che ha condiviso le risultanze investigative dei carabinieri,
al fine di non consentire il protrarsi o l’aggravarsi del reato, ha ritenuto di
disporre il sequestro preventivo di quanto descritto solo in relazione alla
violazione dell’art.279 del decreto legislativo n.152/2006.
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