AGROPOLI - Il sindaco Franco Alfieri invita tutti i sindaci della provincia di Salerno a
sostenere la battaglia a difesa dell’Ospedale Civile di Agropoli. Venerdì è in
programma a Salerno una manifestazione di protesta presso la sede della
direzione generale dell’Asl. Per tale appuntamento, il primo cittadino di
Agropoli chiede la presenza dei colleghi sindaci salernitani.
«Stiamo portando avanti una battaglia di civiltà. – afferma
il sindaco Franco Alfieri – Non è la lotta di una singola comunità che vuole
difendere il proprio pronto soccorso, ma l’esigenza di garantire a tutti i
territori uguali risposte in termini di diritto alla salute. Non è una
richiesta di solidarietà, ma l’appello a sostenere concretamente un grido di
allarme legato ad un malgoverno che, oggi coinvolge Agropoli, ma che, come una
marea che travolge tutto, in futuro potrà, senza esitazione, colpire qualsiasi
realtà. Noi sindaci, purtroppo, siamo l’unico baluardo rimasto per i cittadini
contro le ingiustizie e, quindi, è nostro dovere combattere per loro e con
loro».
Nella lettera inviata ai sindaci, Alfieri spiega i motivi
del suo appello. «Con una nota del Direttore Generale, l’Asl di Salerno ha
infatti comunicato la chiusura del pronto soccorso di Agropoli ed i servizi di
radiologia e del laboratorio di analisi. Si tratta di un’autentica sciagura per
il nostro territorio. Riorganizzare non può significare negare un diritto
fondamentale ai cittadini. Ridurre i costi non può significare tagliare servizi
vitali a migliaia di persone. Governare il cambiamento, che oggi più che mai è
necessario, non può significare cambiare la possibilità di sopravvivere a
uomini, donne e bambini che hanno la sola sfortuna di vivere in un posto
piuttosto che in un altro. Sono angosciato – continua Alfieri - Il cinismo,
l’indifferenza, la mancanza di volontà nel trovare una soluzione ragionevole,
umana, che risponda alle esigenze drammaticamente vere di una popolazione, mi
indignano e mi inducono a lottare e, forte del supporto della cittadinanza
intera, lotteremo affinché la politica e le Istituzioni ci ascoltino».
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